25 October

Social Commerce

Approfondiamo quali sono i nuovi modelli di business per aumentare le vendite online

E-commerce e Social Media
 

Due trend che negli ultimi anni, complice la situazione globale che ci ha costretti in casa per molto tempo, sono in crescita costante. Da una parte volumi di vendita in espansione, dall’altra nuove piattaforme e nuovi metodi di comunicazione e fruizione dei contenuti da parte degli utenti.

Tik-Tok, Instagram Reel, Stories, Twitter shop , Pinterest, Youtube, e chi più ne ha più ne metta.

Ma andiamo con ordine.

Sempre più spesso le imprese, piccole o grandi che siano, si chiedono come poter sfruttare i nuovi canali di comunicazione digitale per creare business, trovare nuovi clienti, generare fatturato...

Ma, in un mondo sempre più “fluido” e in rapido cambiamento è tremendamente difficile trovare soluzioni efficaci e, soprattutto, sostenibili.

I Social Media sono questo: palco, vetrina, piazza, insomma punto di incontro e condivisione, un piacevole caos ordinato.

Le agenzie digitali diversificano le fonti di crescita per i propri clienti, spingendosi a fornire consulenza sulla trasformazione digitale del loro business.

Come sfruttarli a nostro vantaggio?

 

Prima risposta: in mille modi diversi. Mille strade possibili che si intersecano formando modelli di business sempre diversi e sempre nuovi. E’ la creatività a farla da padrone, assieme ad un po' di coraggio, conoscenza ed esperienza.

In questo contesto il Social Commerce può fare proprio a caso nostro. Esso consiste nella possibilità di esplorare e addirittura acquistare prodotti direttamente sulla piattaforma, condividendo l’esperienza con gli altri utenti.

E’ l’espressione “commerciale” dei Social Media, dove aziende e persone possono scambiarsi opinioni, consigli, prodotti, acquistare e vendere quello che vogliono.

Ormai i Social possono essere paragonati a qualsiasi E-commerce o negozio fisico, perché al loro interno può svolgersi l’intero processo di acquisto degli utenti. Dalla fase di esplorazione fino alla fase di acquisto e addirittura anche di fidelizzazione.

Tantissime aziende sono ancora indecise sul Social Commerce, o per scetticismo o semplicemente per mancanza di conoscenza approfondita.

Per questo abbiamo cercato di riassumere i motivi per cui ogni brand dovrebbe vendere sui Social Media, ma soprattutto perché dovrebbe farlo in maniera cosciente:

 

1. I Social Media sono piattaforme per l’intrattenimento, non nascono con l’obiettivo di vendita

 

Sono luoghi ricchi di contenuti, dove l’attenzione sul singolo content da parte dell’utente è estremamente breve e difficile da conquistare.

Per questo motivo uno dei punti cardine dell’esperienza utenti sui Social Commerce è la fluidità. Il customer non deve percepire la sua canalizzazione verso il funnel di acquisto, ma vivere la sua journey come parte dell’esperienza di esplorazione volontaria di contenuti. Solo così gli sforzi aziendali potranno concretizzarsi in conversione.

Un brand in rapida crescita su Tik Tok è senz’altro Upim, che sfrutta questo canale per creare awareness attraverso contenuti divertenti e di interesse, verso un target molto più giovane rispetto ad Intagram, cercando di non far percepire la volontà di vendita, ma più quella di informare ed intrattenere.

Inoltre è stato uno dei primi in italia a testare il liveshopping con la Tiktoker Marlene.
 

2. In media in italia passiamo quasi 2 ore sui Social Media: è l’attività più frequente dopo dormire, lavorare o fare sport


Le statistiche del 2021 inoltre mostrano che sui social sono presenti 4,6 miliardi di utenti, il 58,4% della popolazione mondiale, e il 54% di loro li utilizza per trovare consigli sui prodotti da acquistare.

Perché rinunciare a conquistare parte di questo prezioso bottino?

Due ore in cui l’utente scrolla continuamente contenuti di qualsiasi genere. Due ore di piazza, di camminata in mezzo alle vie del web, ascoltando persone, leggendo articoli, guardando vetrine.
Il Social Commerce ci permetterà quindi di entrare all’interno di questo tempo con il nostro brand, seguendo sempre, mi raccomando, i tempi e le dinamiche della piattaforma.
 

3. Non c’è bisogno di un ecommerce per vendere online: sembra assurdo, ma è così


Si può vendere un prodotto anche solo con una pagina Instagram/Tik Tok e tanta immaginazione.

Tutto il processo di acquisto può essere assorbito dal Social Commerce, ma attenzione: non tutti i social permettono integrazioni per concludere la transazione.
 

4. Minimizzare le frizioni

 

Immaginate di essere all’interno di un negozio, il prodotto che desiderate è al piano interrato, la cassa al secondo piano, i camerini sono al primo piano, c’è un limite di prova di solo 2 prodotti per volta, nessun cartello e ambiente terribilmente caldo.

Definiremmo per certo questa una pessima esperienza.

Per questo la logica del Social Commerce cerca proprio di minimizzare quelle che definiamo “frizioni”, ossia eventi/difficoltà che l’utente può incontrare durante la sua customer journey. Niente password, niente login, niente dati.

E’ un buon esempio lo shop Pinterest di Adidas, dove attraverso la ricerca o esplorando la bacheca del brand si ha accesso direttamente ai prodotti esattamente come su un ecommerce, con tutte le informazioni necessarie per scegliere il prodotto e concludere l’acquisto.

Ciò si tradurrà in una diminuzione del tasso di abbandono.

Ridurre l’attrito significa anche fare molta attenzione all’acquisto da dispositivi mobile, e il Social Commerce può aiutare non poco i brand per gli utenti che prediligono questa strada. Sfruttare UX/UI dei principali social network significa far acquistare i prodotti ai propri utenti in un contesto conosciuto, usuale, che genera fiducia e soprattutto estremamente studiato per l’esperienza mobile.

 

5. Intercettare l’utente nella massima fase di desiderio

 

Immaginate il mindset dell’utente come un'onda: naviga liberamente sul suo social preferito, viene attratto da un contenuto, di qualsiasi genere, dove all’interno è presente un brand o prodotto. La curiosità viene risvegliata e l’onda si alza, avvicinandosi a riva, spinta dall’immagine - creata ad hoc - di un’altro utente felice mentre utilizza quel prodotto.

Quella persona è proprio come lui, ci si riconosce ed empatizza. L’unica distanza tra lui e la felicità dell’altro è il prodotto, scatta quindi il desiderio di averlo.

Il prodotto è lì, pronto ad una portata di click con tutte le info, i dettagli e il prezzo.

Pensate quanto sarebbe bello se, mentre James Bond nell’ultimo 007 sorseggia una Heineken sul treno, chi guarda il film si trovasse proprio di fianco a sé un frigo pieno delle stesse birre ghiacciate?! Sarebbe davvero difficile resistere alla tentazione di averne una.

 

6. Il vento sta cambiando, e non intendo il meteo, ma i comportamenti di acquisto degli utenti online, soprattutto nei target più giovani


Ormai abbiamo tutto, il capitalismo ci ha portato benessere, possiamo avere quello di cui abbiamo bisogno in poco tempo.
Allo stesso modo anche l’offerta si è evoluta: tante soluzioni, anche complementari e non necessariamente sostituibili per un singolo bisogno.

La vera chiave dell’acquisto non sta più nello stimolare la necessità di qualcosa, ma nell’aiutare gli utenti.

Ciascuno di noi in quanto consumatore vuole essere guidato, consigliato, ma soprattutto vuole avere chiaro quale sia il servizio o prodotto più adatto alle proprie esigenze.

Possiamo quasi parlare di “Social Helping”, non tanto vendere il tuo prodotto, ma “aiutare” l’utente a scegliere quello perfetto per sé. E i Social Media, in questo caso il Social Commerce, è perfetto.
Perché con tantissime tecniche si può aiutare l’utente a scegliere la soluzione migliore al suo bisogno e proporla immediatamente. Customer Care, assistenza, consiglio, riprova sociale, condivisione. Tutto nello stesso momento.
 

7. La condivisione fa la forza


Il Social Commerce permette all’utente non solo di acquistare, ma anche di condividere la propria esperienza con altri utenti

E’ forse la parte più “ludica” dell’acquisto, più legata al narcisismo e perché no, all’affermazione sociale, ma sempre più importante perché spinge gli utenti all’acquisto di determinati marchi rispetto ad altri, anche per la possibilità di condividere la scelta stessa con il mondo e con i propri contatti, affermando così sé stesso.

Inoltre la condivisione non solo si limita ad essere driver di acquisto per l’utente, ma permette una sorta di “viralità” del prodotto inteso come passaggio indiretto di informazioni ad altri utenti.

Immaginiamoci la società come una fitta rete di punti collegati fra loro. Più un utente è conosciuto, più legami avrà, più aumenterà quindi la sua reliability e quindi la potenza dei suoi legami.

La condivisione è quindi fondamentale nel generare l’impulso di acquisto ( a costo quasi zero talvolta) oltre che nella diffusione della conoscenza stessa del prodotto, facendolo diventare virale senza bisogno di campagne, grossi budget, investimenti.

Esempi lampanti come alcuni capi di Zara indossati per strada da influencer e personaggi dello spettacolo.
 

8. Una grande opportunità per le PMI: i social sono democratici


E come tali non hanno trattamenti differenti per piccole, medie e grandi imprese. Conta ciò che puoi raccontare, i contenuti e i prodotti. Conta la relazione che si è capaci di creare con il cliente.

Il Social Commerce dà la possibilità a tutti i brand di creare un legame diretto con i propri utenti e molti studi sostengono che gli stessi consumatori sono più propensi ad avvantaggiare le PMI rispetto alle big.
E se soddisfatti saranno molto più propensi al riacquisto.

Inoltre strumenti come chatbot o liveshopping aprono un canale di comunicazione diretta fra il brand e il consumatore. Sarà possibile parlare come un singolo individuo, “l’umanizzazione” del brand permette un’interazione diretta.

Un famoso esempio è @cliomakeup, nata nel 2008 come Youtuber ed ora affermato marchio di cosmetica con volumi online davvero importanti.

Creando contenuti d’interesse per gli utenti, il brand ma soprattutto la sua fondatrice, è riuscita ad attrarre interesse sul tema e creando piano piano una piccola community che in seguito si è allargata sempre di più, grazie anche ad una comunicazione cross-channel e ad una strategia che sapeva attrarre sempre più persone che si riconoscevano nel brand, e potevano comunicare con esso attraverso commenti, chat, interazioni.

L’utilizzo da parte di @cliomakeup del Social Commerce è un brillante esempio di come si può vendere online sfruttando questi canali, ma soprattutto senza budget stellari, ma creando una connessione forte con il proprio target, rendendosi conto del contesto in cui si vende (vedi punto 1).

 

Insomma, in conclusione, un grande nuovo mondo su cui porre l’attenzione nei prossimi anni, dove investire e creare il proprio business sfruttando soprattutto l’immaginazione.

Ma attenti agli ostacoli, mi raccomando.

E tu, hai mai considerato la possibilità del Social Commerce? Scrivilo nei commenti!

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Di Nicola Cardinali

Digital Strategist @Websolute

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