05 September

S1 - E11 L'Influencer marketing diventerà un asset strategico per ogni Brand?

Il Podcast di Websolute: Digital Roadmps for ambitious Brands è dedicato a Imprenditori e Manager che attraverso il digitale vogliono liberare tutto il potenziale del proprio brand nel mondo. Claudio Tonti e Giovanni Ciampaglia, rispettivamente Head of Strategy e Direttore Marketing di Websolute, insieme a altri ospiti esperti discutono di marketing, e-Commerce e digitale in modo strategico, per fare business e crescere.

 

Dopo l’interessante conversazione “Profilare, conversare, attrarre: l’approccio al Social Media Marketing”,  in questo undicesimo episodio del nostro Podcast ritroviamo come ospite Alessandro Cola, fondatore e CEO di Xplace Company, agenzia del gruppo Websolute specializzata in Social Media Marketing, Influencer Marketing e Digital PR. 
L’argomento è molto caldo: l’influencer marketing. Tra dati che vale la pena considerare, peculiarità delle collaborazioni e modalità di approccio, ecco il dialogo riassunto in sei punti.

Introduzione (doverosa): i numeri dell’influencer marketing

Lo spunto per la conversazione? Lo offre una ricerca che, attraverso una serie di dati statistici, sottolinea quanto quello dell’influencer marketing sia un tema caldo che non può essere ignorato dalle aziende:
 
Nel 2021 le aziende italiane hanno investito 272 milioni di euro in attività di influencer marketing.
Il 40% delle aziende ha aumentato il budget dedicato a queste collaborazioni.
Gli e le influencer hanno pubblicato in media 20.000 post al mese.
I post pubblicati hanno generato 18 milioni di interazioni (in media: 1.000 interazioni a post).
 
Cos’è l’influencer marketing ovvero di chi si parla quando si parla di “influencer”
 
La denominazione “influencer marketing” comprende progetti di varia natura e collaborazioni con professionalità molto diverse tra loro. Per questo Alessandro Cola ha sentito la necessità di fare ordine, individuando tre tipi di figure con le quali solitamente si creano progetti e collaborazioni:
 
Creators: sono persone che hanno talento nella realizzazione di contenuti fotografici e video. Questo tipo di collaborazione può essere considerata una modalità veloce per avere foto e video di qualità senza dover ricorrere a shooting.
 
Engagers: sono influencer specializzati in un tema. Non sono creatori di contenuti ma dispongono di riconoscibilità, autorevolezza e una community molto fedele. Sono l’intermediario tra il brand e persone che possono essere interessate al suo prodotto.
 
Brand Talents: uniscono le qualità di creators ed engagers e hanno una riconoscibilità maggiore (talvolta sono anche personaggi celebri). Sono figure in grado di creare contenuti e di connettere il brand con la community che desidera attrarre.
 
Campagne a breve e lungo termine: le differenze
 
È possibile usare l’influencer marketing in due modalità diverse:
 
Campagna spot: ha un range temporale limitato (da una settimana a due mesi) ed è utile quando il brand ha qualcosa di “straordinario” da comunicare, ad esempio un nuovo prodotto. Il vantaggio è una condivisione più calda, partecipata. Il racconto di altri permette, infatti, di non essere autoreferenziali. In questo caso l’influencer può usare anche prodotti di altri brand, ma il messaggio sarà comunque percepito autentico in quanto il lancio rappresenta una novità che lo stesso influencer è interessato a scoprire.
Collaborazione a lungo termine: in questo caso l’influencer si presta a una collaborazione più lunga (almeno un anno), sposando totalmente la mission del brand. È una relazione esclusiva, prolungata e costante e solitamente basata su una visione comune di determinati valori che l’azienda rappresenta.
 
Chi è un vero influencer? Ce lo dicono analisi attente e strumenti professionali
 
Fondamentale, quando si approccia l’influencer marketing, è prestare attenzione all’autenticità dei profili. Proprio per questo, l’attività di recruiting necessita di supporto scientifico, e dunque di software professionali capaci di analizzare l’account, la fan base e anche scovare curiose correlazioni tra influencer e follower. Un esempio? Piattaforme come quella utilizzata da Xplace permettono di scoprire chi ha più fan tifosi di una determinata squadra di calcio oppure capire chi sono gli influencer italiani più seguiti a Milano (potrebbero essere persone di un’altra città!). E non solo: le stesse piattaforme, oltre a essere validi strumenti per gestire contenuti e approvazioni, sostengono la strategia con report precisi che permettono capire cos’ha funzionato e cosa no e prendere decisioni per il futuro.
 
Influencer marketing, la domanda delle domande: perché sceglierlo?
 

La risposta è semplice: perché le persone si fidano degli amici. E gli influencer sono amici che danno buoni consigli. Dunque, strutturando una strategia di questo tipo è possibile ottenere l’attenzione di un pubblico di qualità, potenzialmente interessato a quel prodotto. Se l’influencer ha un approccio serio al suo lavoro significa, infatti, che ha un pubblico che aspetta i suoi contenuti, e di quei contenuti si fida. 
Per quanto riguarda l’aspetto economico e di ritorno, invece, i risultati sono legati a quanto si è disposti a investire, e il costo delle attività è (ovviamente) proporzionale al numero di follower dell’influencer. Questo però non significa che solo i macro influencer sono efficaci per l’azienda. Molto spesso con i microinfluencer è possibile strutturare progetti rilevanti dai risultati molto interessanti. Infine, il costo per contatto è comunque ancora molto competitivo.

Dalla strategia alla reportistica: il lavoro dell’agenzia
 
Il supporto di un’agenzia, in un mondo così complesso e pieno di opportunità, è fondamentale, altrimenti il rischio è un approccio all’influencer marketing amatoriale o casuale. 
L’agenzia si occupa infatti di molti aspetti diversi:
 
Strategia: interpreta le esigenze del brand e definisce cosa fare per valorizzare il prodotto senza snaturare l’influencer. Il risultato? Una strategia su misura per entrambi e, di conseguenza, anche per il pubblico.
 
Scouting: ricerca i migliori profili per il brand e gestisce, in seguito, la contrattazione one to one.
 
Gestione del progetto: gestisce il progetto in ogni sua fase, definizione brief, contratto, ricezione materiali, feedback e revisione fino alla pubblicazione.
 
Reportistica: si occupa di produrre report con dati quantitativi e riflessioni qualitative.
 

In conclusione 

Nei social ci si muove per conversazioni. E gli influencer sono persone che possono essere coinvolte all’interno delle strategie aziendali con l’obiettivo di raggiungere target ben precisi attraverso conversazioni di qualità. Per questo l’influencer marketing è e sarà ancora a lungo asset strategico per le aziende. 
La grande sfida verte, però, sulla credibilità. Fondamentale è, dunque, scegliere profili in grado di diventare veri e propri ambasciatori della marca, capaci di sposare i suoi valori e di trasmetterli correttamente al pubblico. Solo così è possibile ottenere un risultato quantitativo e qualitativo importante.

E tu cosa ne pensi del mondo dell’influencer marketing? Hai qualcosa che vorresti sapere? Se hai domande oppure vuoi condividere riflessioni commenta l’articolo oppure scrivici a [email protected]. Ti aspettiamo (e anche una tua recensione, se ti va!).

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