S1 - E6 "Come costruire un sito web nel modo giusto" Parte 2

Sesto episodio per il nostro Podcast e follow up della puntata #5. Dopo aver parlato dell’importanza del sito web per la presenza digitale del brand, questa volta Claudio Tonti, Giovanni Ciampaglia e Nicola Bonora entrano nello specifico per discutere approcci, metodologie e domande importanti da farsi. Tra casi di successo e ambiti da considerare, scopriamo insieme perché non esiste design senza ricerca e perché una proposta è quella giusta. Il tutto attraverso una sintesi del Podcast in sei punti chiave.

Non esiste design senza ricerca

È questo il concetto che dovrebbe guidare la progettazione di un sito web. Senza ricerca, senza pensiero, l’approccio è esecutivo, basato sul passato e sulle presunte certezze acquisite nel tempo. Nulla di nuovo, un esercizio tecnicamente riuscito ma incapace di creare nuovo valore. Per questo il tempo del pensiero è fondamentale. Così com’è fondamentale avere un metodo. La creatività è unione dei puntini, trovare nuove forme utilizzando elementi preesistenti al fine di creare qualcosa di nuovo, utile e bello. E ricercare, reperire puntini, significa creare progetti che funzionano ma sono anche sostenibili. Senza un metodo o un processo, la creatività può non trovare lo spazio per esprimersi.

La qualità della domanda fa la differenza

Ricerca e domanda sono collegate, e rispondere a una domanda con un’altra domanda significa innescare un processo di scoperta virtuoso, il primo passo verso un’esplorazione più approfondita. Quando si pensa o progetta un sito web si scava dialogando, e l’approccio alle domande e la qualità delle stesse possono dire molto su come lavora l’agenzia. Il partner giusto è colui che fa domande e che aiuta l’azienda a raccogliersi attorno a quelle giuste. Dalle quali poi partire.

Gli ambiti da indagare, le domande da fare

Sono quattro gli ambiti di indagine principali:

  • Componente aziendale.
  • Utenti.
  • Contenuti.
  • Concorrenza.

L’avvio dell’indagine conoscitiva, ovvero l’esercizio d’ascolto e assorbimento che poi avvia il confronto e innesca il percorso di progettazione, prende poi via da una serie di domande che, inizialmente, possono stimolare risposte narrative.

  • Perché esiste l’azienda? È la domanda chiave, la prima e basilare, quella che esplora le motivazioni e svela perché l’azienda è sul mercato.
  • Che cosa fa particolarmente bene? Attraverso questa domanda è possibile comprendere come l’azienda, i suoi prodotti o i suoi contenuti producano valore. È il modo corretto per indagare il prodotto e capire il suo impatto sulle persone.
  • Cosa muove le persone? Questa non è una domanda, è la domanda. Lo studio della relazione tra azienda e utenti è il cuore di ogni progetto, e capire cosa muove le persone a scegliere quel prodotto è la chiave di volta per un progetto efficiente ed efficace. È trovare la “reason why”!
Da esploro ad acquisto: innescare il movimento

Caso 1: l’azienda è in grado di rispondere a ogni domanda

Allora la ricerca diventa occasione per assorbire e diventare consapevoli del suo impegno e dei suoi valori.

Caso 2: l’azienda è in grado di rispondere solo ad alcune domande

Allora la ricerca diventa occasione per chiarire dubbi e trovare e far emergere le informazioni mancanti.

Caso 3: l’azienda non ha le risposte

In questo caso la fase di ricerca è sì più difficile ma anche più stimolante perché è possibile costruire le risposte insieme.

Una proposta è quella giusta

Che l’azienda sia in grado o meno di rispondere a tutte le domande, la discriminante tra progetto soddisfacente o insoddisfacente per il cliente dipende dal grado di coinvolgimento del cliente stesso. Se il viaggio si fa insieme, si costruisce insieme e ai risultati si arriva insieme. Se si salta questa fase, per mancanza di budget o tempo, il rischio di insoddisfazione è maggiore.Proprio per questo, alla fine di un processo progettuale ben svolto, il risultato non possono essere le dispersive (e ormai obsolete) tre proposte. Se la ricerca è stata condotta correttamente la proposta può essere solo una, quella giusta. Le tre proposte servono solo se il cliente non ha partecipato al design.

In conclusione

Quando si approccia alla progettazione di un sito spesso non si vuole fare ricerca perché si presume di sapere. Prendere in considerazione o scegliere un’agenzia che non fa domande o che fa solo proposte (grafiche o economiche) senza indagare, senza aver voglia di saperne di più può essere rischioso. Il partner giusto è, senza ombra di dubbio, quello che propone il co-design, il momento congiunto di riflessione, ricerca e, soprattutto, domande.