Nella quindicesima puntata del Podcast gli host Claudio Tonti e Giovanni Ciampaglia accolgono Alberto Fraticelli, co-fondatore di TreCuori, grande appassionato di Marketing e Comunicazione, ex-Responsabile Brand e Comunicazione per Ferrari ed ex-Direttore Marketing in Lotto.
Nasce così una stimolante conversazione fatta di esempi di piccoli e grandi brand nazionali e internazionali, racconti di aneddoti e spunti di riflessione intorno a domande ben precise: come si può far crescere un brand? Come si fa branding oggi?
Se da una prima analisi si potrebbe pensare che alcune aziende, come ad esempio quelle produttrici di commodities (ovvero beni indistinguibili come bulloni o frutta), potrebbero non aver bisogno di lavorare sul brand, ben presto ci si rende conto che non è così.
Tutte le aziende hanno bisogno di investire nel brand e chiunque può farlo, tutte le aziende e tutte le persone. Decidere di non attivare azioni di branding è una scelta che genera ricadute sul percepito di un brand.
Lavorare sul percepito è, infatti, molto importante perché rappresenta il valore del margine, ovvero quello che il consumatore è disposto a pagare in più per ottenere il prodotto che desidera.
Branding: azione di fare brand – brand building. Far sì che nella mente dei consumatori scattino delle associazioni nel momento in cui vengono in contatto con una determinata azienda, con certi prodotti o punti vendita. L’effetto e l’obiettivo del brand building è innescare queste percezioni nella testa dei consumatori, creare strutture mentali che aiutino i consumatori a organizzare la loro conoscenza dei prodotti e dei servizi.
Brand: è essere. È ciò che l’azienda ha e ciò che l’azienda è, non è qualcosa da costruire, bensì qualcosa da esaltare.
Prima di tutto, chiediamoci quali sono i brand che hanno iniziato a essere riconoscibili grazie a un percorso di branding.
Non è facile. Vediamo alcuni esempi.
E non solo: oggi il digital e la possibilità intrinseca di costruire delle community aprono immense possibilità di fare brand ancora prima che esista il prodotto.
- "Supreme" È un caso straordinario in cui ci sono stati alcuni brand builders che hanno fatto sì che quella realtà prima sconosciuta ai più, da un certo momento in poi è diventata riconoscibile. C’è stato un grande lavoro, supportato dagli influencers che hanno reso il marchio noto al target di interesse dell’azienda.
- Swatch È un caso che esalta il valore che un prodotto acquisisce quando è scarso. Pensiamo che negli anni ’80 gli orologi potevano acquistarsi solamente in America e Svizzera.
- “Sector no limits” e “Redbull” Esempi che, seppur riferiti a due epoche diverse, colgono il senso della community rivolgendosi a un pubblico ben targetizzato.
- "Salt Bae” Noto per il suo gesto iconico di mettere il sale sulla carne, oggi ha aperto una catena di ristoranti che nel solo punto vendita di Londra in tre mesi ha fatturato 7 milioni di sterline.• “Estetista Cinica” Nata dispensando consigli sui prodotti e tecniche beauty, oggi ha una linea di skincare che fattura 60 milioni di euro.
Autenticità
Il brand funziona in maniera straordinaria quando è autentico. L’imprenditore dovrebbe essere in grado di esaltare al massimo il proprio essere e la propria unicità. Un esempio? Enzo Ferrari, persona straordinaria che ha trasferito questa sua caratteristica nelle sue vetture e nel Brand Ferrari.
Differenziazione
Per prima cosa vanno definiti gli elementi su cui l’azienda vuole puntare e poi raggiungerli perseguendo una strada che la differenzi dai competitors. Fare scelte diverse da quelle fatte dagli altri renderanno il brand distinguibile. Unico.
Coraggio
Di essere coerenti e costanti nel tempo, di giocare la propria partita nel contesto in cui il prodotto si trova. Che siano mercati piccoli o grandi non è importante. Ciò che conta è la riduzione dello spazio tra il brand e il consumatore.
Si pensi all’esempio della pubblicità dei “Pennelli Cinghiale” che seppur si riduce a uno stesso spot televisivo ripetuto una settimana l’anno, da vent’anni, genera nel consumatore un’alta percezione del brand. Oppure la “Cedrata Tassoni” che identifica un consumatore attento alle proprie scelte.
E per te ci sono altri ingredienti chiave in un percorso di branding? Se sì, scrivici a [email protected] . Ti aspettiamo!